Nikon Zfc

La mia Nikon Zfc

Alla fine, non ho aspettato granché prima di comprarla.

Era la vigilia dell’unico breve viaggio estivo previsto quest’anno. Mi scocciava moltissimo essere costretto a portarmi la reflex appesa al collo passeggiando per sentieri e montagne. Con l’obiettivo attaccato, il peso sfiora i due chili. A fine giornata le conseguenze si sentono.
In fondo era a questo che serviva la mirrorless: era la fotocamera leggera da portarsi in giro nelle escursioni.

Non poterla usare solo perché Fujifilm ha deciso di non ripararla, è una cosa che ho vissuto come un sopruso. Mi serviva un gesto per cancellare questa sensazione di fregatura e riprendere il controllo sulla mia vacanza. Allora ho comprato la Nikon Zfc.

Nino fotografato con la Nikon Zfc

È arrivata giovedì e sabato sono partito con la nuova Nikon senza averla nemmeno davvero provata. Però la foto di Nino, che mi ha fatto da modello nei primi test, prometteva bene.
Comunque, devo ammettere che configurare le impostazioni come piace a me non è stato difficile: il menu è quello tipico di Nikon che conosco da anni.

I comandi analogici sono nel posto giusto: con la macchina impugnata si trovano proprio sotto le dita, dove serve che siano. Senza aver letto il manuale, mi sono trovato a regolare lo scatto con pollice e indice agevolmente mentre guardavo nel mirino. È stato piacevole rendersi conto che non sbagliavo comandi anche senza vederli.

Con buona pace delle recensioni che criticano la mancanza di una ghiera dei diaframmi, la rotella frontale programmabile è impostata per default proprio sui diaframmi: è la stessa posizione della reflex.

Per ragioni di tempo (e voglia) non ho ancora messo mano allo sviluppo dei RAW, però ho scaricato i JPG corrispondenti creati in macchina al momento dello scatto. Io vedo un ottimo dettaglio e colori vivaci. Le ottimizzazioni come riduzione del rumore, correzione della luminosità e controllo vignettatura sono spente sulle mie fotocamere. Ah, il controllo immagine era impostato su “standard”, dunque senza alcuna lavorazione particolare.

Insomma, la fotocamera fa belle foto di suo. Servirà un po’ di allenamento per imparare a valorizzarne le potenzialità, come è ovvio per un dispositivo nuovo, ma le premesse sono ottime.

Il corpo macchina è in lega di magnesio, quindi garantisce resistenza e leggerezza: pesa infatti poco meno di 450g. Con batteria e obiettivo montato, si arriva a 570g circa. Difficile chiedere di più.

L’obiettivo creato appositamente per questa macchina è il normale 28mm f 2.8 Z-mount per le mirrorless Nikon, ma in una edizione speciale (SE) che presenta la stessa estetica vintage del corpo macchina. Entrambi sono esplicitamente ispirati alla leggendaria Nikon FM2, una delle migliori macchine fotografiche meccaniche mai realizzate, prodotta ininterrottamente dal 1982 al 2001.

Il fatto è che la Zfc, al di là delle prestazioni di tutto rispetto, la si sceglie soprattutto per l’estetica.

Nota curiosa: la FM2, costruita in lega di alluminio, risulta decisamente più pesante (non l’ho messa sulla bilancia: le ho tenute in mano entrambe per valutare il peso). La differenza è tutta nell’elettronica, che è di certo più leggera della meccanica di precisione della fotocamera analogica.

Nota curiosa/bis: Nikon FTZ è il nome di un adattatore per le fotocamere mirrorless Z-mount che permette di utilizzare lo sterminato catalogo di ottiche F-mount di Nikon. In altre parole, si potrebbero montare sulla Zfc gli stessi obiettivi della FM2 e di tutte le altre reflex, analogiche o digitali prodotti negli ultimi decenni. Mica pizza e fichi.

Alcune foto scattate in questa gita, sono alla fine dell’articolo a questo link

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