Bibliofilia

(dal gr. βιβλίον “libro” e ϕιλία “amore” fr. bibliophilie[…]). La bibliofilia, come indica l’etimologia, è l’amore per i libri; questa definizione ha però bisogno di essere completata: nell’uso attuale e in tutte le lingue europee la bibliofilia è l’amore per i libri considerati come oggetti di collezione* […]

Mi piace leggere e mi piace tenere in mano libri. È così da sempre, o da quando ho ricordi, anche quando non potevo ancora legggerli.

Il primo ricordo che ho è quello di mio padre, in un pomeriggio di domenica, dopo il pranzo dai nonni. Ho due o tre anni, non di più, lui mi sta mettendo a dormire, si è disteso vicino a me sul lettone e mi sta leggendo qualcosa da un libro pieno di fotografie di animali della savana. Ricordo la copertina rigida giallo sabbia, la sovracoperta illustrata e un po’ strappata, la carta spessa “che taglia”, il formato del libro, quasi quadrato, e l’impaginazione di testo e immagini. 
Da anni cerco un esemplare di quella esatta edizione, ma è molto complicato quando non conosci il titolo, né l’editore.

Letteralmente tutto quello che sappiamo del mondo e di noi stessi, tutta la scienza e la tecnologia, tutta la nostra storia biologica, sociale, economica e tutta la letteratura, il teatro, la poesia degli esseri umani, si trova nei libri. La storia del libro è affascinante anche per questo. La bibliofilia nasce quando ti rendi conto di avere in mano un oggetto che ha tre o quattro volte la tua età, che è stato sfogliato, letto e perfino annotato a penna dal padre del tuo bisnonno, quando andava a scuola: ti mette in contatto con un bambino senza il quale la tua stessa esistenza non avrebbe avuto luogo. Come “Ritorno al futuro”, ma per davvero.

E questo accade con ogni singolo libro. Forse la passione per i libri antichi è tutta qui.

Io e i libri
1976
Un libro con le foto degli animali è il mio primo ricordo.
1979
Ho imparato a leggere, anche se non ho ancora cominciato la prima elementare (e so scrivere il mio nome "a specchio" con la mano mancina)
1979 - 1985
Leggo soprattutto fumetti, colleziono Topolino, cui sono abbonato,
1985 - 1992
Leggo i libri che sono in casa, quotidiani, periodici naturalistici e comincio a scrivere
1990 - 1999
È la prima fase della mia scrittura. Acquisto libri economici e di seconda mano e comincio a studiare e praticare il teatro e l'informatica
1999 - 2002
Sono anni di formazione intensa sia in teatro che nel lavoro. Il mio scrittore preferito è H. P. Lovecraft
2002 - 2006
Devo pagarmi l'affitto e le bollette e studio archeologia: con i libri devo arrangiarmi scegliendone pochi ma buoni
2006 - 2007
Cambio casa, lavoro, compagnia teatrale. Non c'è tempo né denaro per i libri e mi limito a quelli di storia e archeologia
2007 - 2009
Le cose migliorano e ricomincio ad acquistare occasionalmente buoni libri, soprattutto saggistica scientifica e testi teatrali
2009 - 2017
Sono socio attivo del Cicap e divoro riviste e volumi di divulgazione scientifica, senza mai smettere di collezionare copioni teatrali
2016
Scopro per caso un reportage di Roberto Bracco sullo spiritismo e mi appassiono alla sua scrittura, la sua storia e al suo teatro. Colleziono le sue opere e inizio a frequentare convegni di librai antiquari.
2019 - 2021
Frequento i corsi di legatoria e restauro dei libri antichi. Leggo riviste di bibliofilia e saggistica di storia e restauro librario
dal 2020
Comincio ad allestire un laboratorio di legatoria in casa. Intanto, la collezione su Bracco conta alcune centinaia tra libri, riviste, saggi critici e documenti, e riguarda la storia del teatro napoletano e il periodo teatrale tra la seconda metà dell'800 e la prima metà del '900.

Da studente, com’è naturale, non potevo accedere a volumi di particolare pregio. Mi accontentavo di leggere quanto potevo, rivolgendomi a edizioni molto economiche, prestiti da biblioteche e libri usati.
Però è stato in quel periodo che ho cominciato a frequentare i mercatini dell’antiquariato per cercare occasioni. 

Quando la disponibilità economica me lo ha permesso, la mia personale biblioteca è cambiata e si è accresciuta, in modo particolare nell’ambito del teatro italiano tra l’800 e la prima metà del ‘900, che è il periodo di mio interesse. Ho messo insieme così una discreta collezione, ma soprattutto ho imparato a cercare – e trovare – praticamente qualunque libro in vendita in Italia e all’estero, indipendentemente dalla relativa rarità dell’edizione.

Eppure mi mancava ancora qualcosa.

Chiunque possegga libri antichi o di pregio avrà prima o poi bisogno dell’intervento di un legatore o di un restauratore, a meno che non sia in grado di effettuare da solo interventi di manutenzione, rilegatura e riparazione. Però il libro è solo apparentemente un oggetto semplice: sono fascicoli cuciti cui viene aggiunta una copertina di protezione… sì, però come si fa a cucire i fascicoli? Quale filo si usa? E come si costruisce la coperta? Come si fa a unire coperta e fascicoli? Come è fatto il dorso? Quale colla si usa? Perché c’è il capitello? Come riparo uno strappo? Con quali materiali?

Già da bambino ho provato a riparare i fumetti che si sfasciavano dopo poche settimane. Sembrava facile: metti un po’ di colla e via. Poi ti rendi conto che non funziona. 

Osservavo il filo che passa nelle pagine dei libri e cercavo di immaginare dove andasse a finire, come facesse a tenere insieme i fascicoli scorrendo al centro di ciascuno di essi: sembra impossibile. 

Quasi tutti abbiamo almeno una volta cercato di riparare una pagina strappata con del nastro adesivo. Eppure è una cosa brutta che dovrebbe essere punita dal codice penale: secondo me, la manutenzione dei libri dovrebbe essere insegnata a scuola.

Nel 2018, dopo che il restauro di un bel libro di fotografia di fine ‘800 mi è costato sui 250€ (un lavoro fatto a regola d’arte ha il suo costo, giustamente), ho deciso che avrei imparato a rilegare e riparare i miei libri. Ho cercato un corso in una scuola di restauro affidabile, scoprendo che in effetti ci sono pochissimi posti in Italia dove poter imparare questo mestiere. Uno di questi è (era) a Vicenza, mi sono iscritto immediatamente e il corso di base è partito nel 2019, appena il numero di partecipanti è stato sufficiente ad avviarlo. Il corso intermedio e quello avanzato hanno dovuto subire pause e ritardi a causa della pandemia del 2020.

La Scuola di Scienza e Arte della Legatura Giovanni Olivotto ha chiuso definitivamente nel 2021. Il mio è stato l’ultimo corso della scuola: sono stato fortunato a poter concludere il ciclo, ma mi dispiace non aver potuto approfondire le mie competenze con gli altri seminari organizzati dalla scuola.

Intanto, in una stanza di casa mia sto allestendo un laboratorio di legatoria e di restauro per i miei libri.

* Seymour De Ricci, 1930, Enciclopedia Italiana Treccani

Torna in alto